ORIGINAL INTERVIW IN ITALIAN (BY MICHAL MUROLO)
In questa intervista conosciamo Lorenzo Guadagnuolo, tatuatore campano fondatore del Nexus Tattoo Studio a Pignataro Maggiore, in provincia di Caserta. Dopo un percorso personale e professionale ricco di sfide, Lorenzo ha trovato nel tatuaggio la sua vera dimensione artistica: un mezzo autentico per esprimere se stesso e connettersi con le persone attraverso l’arte sulla pelle.
Con una visione sincera e spesso controcorrente sul mondo del tatuaggio in Italia, Lorenzo ci racconta la sua evoluzione artistica, le difficoltà affrontate per aprire il proprio studio, il valore dell’umiltà e dell’impegno costante, ma anche la bellezza di creare qualcosa di eterno. La storia di Lorenzo e’ un esempio di dedizione, passione e valori tradizionali.
Come vorresti presentarti ai nostri lettori?
Sono Lorenzo Guadagnuolo, classe 1990, sono Napoletano ma attualmente risiedo in provincia di Caserta. Dopo un passato “incerto” adesso ho trovato la mia quadratura del cerchio nel mondo dei tatuaggi, l’unico “posto” in cui posso esprimere davvero me stesso.
Come e’ cominciato il tuo percorso nel mondo dei tatuaggi?
Fin da piccolo ho sempre disegnato, ho sempre avuto attrazione per il mondo dell’arte, dell’espressione umana in un modo così intimo. Col corso degli anni ho abbandonato un po’ questa mia passione per varie vicissitudini della vita ma la lampadina mi si accese quando io feci il mio primo tatuaggio, pensai “perché non provarci?” per poi iniziare il mio percorso iscrivendomi ad una scuola qualche anno dopo.
E quando hai iniziato a tatuare?
Ho iniziato nell’Ottobre del 2017, relativamente tardi considerata l’età. Ho iniziato acquistando il mio primo kit completo a bobine Sunskin. All’epoca c’era ancora la carta, poco tempo dopo scoprii l’emblematico iPad, tatuavo, oltre che sulle fake skin, amici e parenti in casa per fare pratica un po’ come hanno fatto tutti.
Dopo un annetto sono andato a lavorare in uno studio dove ho avuto modo di apprendere altre tecniche, perché io sono uno a cui piace rubare con gli occhi, chiedere a chi è esperto più di me, partecipare a seminari di artisti che mi piacciono ancora oggi, mi piace investire costantemente nella mia crescita professionale.
Dopo circa 3 anni da questa esperienza poi ho collaborato ad un altro studio più vicino alle mie zone di appartenenza e che abbracciassero meglio quella che è la mia clientela per poi aprire definitivamente il mio studio personale nel Gennaio 2025. L’inizio non è stato rose e fiori così come potrebbero avere o, peggio ancora, pretendere i ragazzi che oggi vogliono approcciarsi a questo mondo, ho ingoiato e tutt’ora ingoio tanti rospi ma la determinazione di voler andare avanti era ed è più forte della voglia di lasciar perdere tutto. Mi posso definire autodidatta e se sono arrivato fino a questo punto lo devo solo grazie a me stesso.
E dove possono quindi trovarti i tuoi clienti adesso?
Ho il mio studio, il NEXUS TATTOO STUDIO, a Pignataro Maggiore, un paese ridente e tranquillo in provincia di Caserta nel sud Italia, in Campania. Le persone qui apprezzano molto il mio lavoro e gliene sono grato tanto.
Come descriveresti la scena del tatuaggio in Italia al giorno d’oggi?
Sarò abbastanza crudo sotto questo punto di vista: ORRIBILE!
Secondo la mia esperienza, ho potuto constatare soprattutto nel mio paese che il tatuaggio ahimè, anche da coloro che si autoproclamano pionieri del settore, viene visto come chissà quale impresa eroica si stia compiendo. Vedo colleghi o pseudo-tali gonfiare il petto perché magari tecnicamente sono bravi e atteggiarsi credendosi chissà chi quando magari se escono fuori dal quartiere del loro studio nessuno li conosce. Vorrei ricordare a queste persone che noi tutto sommato facciamo disegni, siamo bravi artisti, disegniamo non su carta ma sulla pelle delle persone, tutto qui, non salviamo vite come magari un medico o un pompiere possano fare per i quali dobbiamo probabilmente essere grati. Creiamo emozioni, in molti casi si, ma io sinceramente non lo vedo un motivo per il quale un tatuatore debba alzare la testa e pavoneggiarsi come chissà chi. Ripeto, disegniamo, punto!
Nel corso degli anni ho avuto modo e tuttora viaggio molto per motivi lavorativi, mi interfaccio con molte realtà all’estero, ho lavorato e lavoro con artisti DAVVERO di spessore, DAVVERO di fama mondiale, DAVVERO artisti con la A maiuscola come Neto Coutinho, Terioshi, Renato Vivoli, Andrea De Paola, Albert Zafra, e tanti altri, e vi posso assicurare che sono le persone più umili, disponibili, aperti al dialogo, che si divertono, aperti al confronto con chiunque, SORRIDENTI. Da qui mi viene da pensare allora che probabilmente da coloro che assumono atteggiamenti a mio avviso lontani dal mondo del tatuaggio ci sia grande insicurezza.
Ho visto giudici di convention che premiano semplicemente perchè si accontentano di commenti adulatori da parte di artisti che alle spalle parlano male di loro per il senso di appagamento personale che probabilmente non riescono ad avere svolgendo semplicemente il loro lavoro a testa bassa e lavorando sodo cercando di migliorarsi sempre di più. Il tatuaggio è un’arte nobile ma che ha radici umili, è sempre stato associato ai marinai, siamo tutti felici che sia stato ampiamente sdoganato, ma per una questione di etica morale non dimentichiamo da dove veniamo!
Parliamo del tuo stile. Come lo definiresti?
Non ho ancora uno stile particolare che abbia una mia impronta, sono ancora in fase di studio. Sono molto affascinato dal surrealismo a colori anche se attualmente per questioni lavorative della mia zona, faccio più realistico che surrealismo.
Che tipo di progetti di tatuaggio ti piace fare più?
Amo i progetti intimi intesi nel significato. Quei progetti dove il cliente mi espone la sua idea e io la sviluppo a modo mio. Il tatuaggio io lo vedo come una cosa non necessariamente da palesare, credo sia una cosa molto personale, che il significato in alcune evenienze debba essere anche nascosto. Amo i colori freddi, a mio avviso sono più d’impatto.
Qual è l’aspetto più impegnativo di essere un tatuatore nel 2025?
Credo avere a che fare con la poca cultura in questo settore da parte della clientela. Il tatuaggio è esploso in maniera così rapida e si sta saturando a macchia d’olio così velocemente che è più una moda che qualcosa di sentito. Si è sviluppata una pigrizia da parte di tatuatori e clienti a tal punto da dimenticarsi che si sta parlando di qualcosa di permanente che resta in eterno sulla pelle delle persone.
In Italia nascono come funghi ed è diventata una corsa al prezzo più basso, non c’è originalità, ci sono mercenari ovunque. Per quanto tu possa metterci l’anima per educare il cliente, soprattutto nel sud Italia, diventa sempre più difficile perché sono accecati dal seguire le mode. Preferiscono scrivere il nome di una persona cara (probabilmente per paura di dimenticarlo) piuttosto che creare qualcosa di illustrativo che la rappresenti in modo da avere qualcosa di originale e più intimo.
Qual è invece l’aspetto più gratificante di essere un tatuatore?
Sicuramente l’opposto della risposta precedente. L’aspetto più gratificante è in primis quello che hai creato qualcosa di ETERNO sulla pelle di una persona che si affida a te in toto sotto questo punto di vista. In secundis è sicuramente quando il cliente si affida a te dalla A alla Z, dal progetto al risultato finale lasciandoti carta bianca e alla fine vederlo davvero soddisfatto e perché no se ad apprezzare il tuo operato sono anche i colleghi che sono a livelli più alti di te allora lì per un attimo ti viene da pensare che sei sulla strada giusta.
Come sai noi siamo focalizzati sulle tattoo conventions e ci piacerebbe sapere qual è la tua esperienza in proposito?
Ho partecipato e partecipo a molte convention e credo siano uno dei posti migliori per poter arricchire il proprio bagaglio culturale confrontandosi con tanti artisti, rubare con gli occhi dai più esperti, mettersi in gioco per i contest spingendosi oltre il limite. Adoro le convention in cui si è tutti in amicizia, cordialità, dove i giudizi sono imparziali e lo spirito sia genuino. Partecipo a tante convention all’anno credo almeno 3 o 4.
Ti ricordi la prima convention di tatuaggi a cui hai preso parte?
La prima in assoluto fu nel Febbraio 2019 ad Ancona organizzata dallo staff di Italia Tattoo Convention. Partecipai, come sempre, ad un contest dove vinsi il primo premio nella categoria Best Color. All’epoca ero orientato più sullo stile Neo Traditional portai un pezzo composto da un mezzo volto di donna con i toni viola, è un mezzo volto di teschio. Ci divertimmo tanto all’epoca eravamo tra amici.
Qual è il motivo principale per te, di partecipare ad una tattoo convention?
Come detto prima, dal mio punto di vista, siccome partecipo ai contest, uno dei tanti motivi è quello di metterti in discussione, in competizione non con gli altri ma con te stesso per poter dare il meglio durante l’esecuzione di un tatuaggio, apprendere da te stesso e soprattutto apprendere dagli altri artisti che vi partecipano. Fare nuove amicizie è fondamentale in questo settore purché siano sane secondo la mia opinione. Mi capita molto spesso di investire tutto il tempo delle convention a tatuare e di girare poco per gli stand, ma quando lo faccio cerco sempre nuovo approccio con persone nuove e di apprendere qualcosina guardando come operano gli artisti a mio avviso forti.
Qual è la tua tattoo convention preferita finora? E perché?
Ad oggi credo sia l’Urban Land di Roma. Per il semplice fatto che dal mio canto ho sempre trovato nell’organizzazione persone altamente disponibili e amichevoli e soprattutto, parlando di contest, le modalità di voto sono trasparenti (agli occhi di tutti) e la giuria cambia in base alla categoria facendo sì che il tatuaggio venga giudicato da esperti in quello stile. Inoltre nell’ambiente si respira un’aria solidale e gli artisti che vi partecipano sono davvero molto molto bravi. Da visitatore anche la Gods Of Ink di Francoforte perché ovviamente lì ci sono gli artisti più forti a livello mondiale.
Che consiglio daresti a quelle persone che vorrebbero instraprendere una carriera da artisti come te?
Credo che possa consigliargli il percorso che mi sono prefissato di fare io nonostante ai giorni d’oggi non credo premi molto, ma sono un sognatore e mi auguro ci possa essere una svolta soprattutto in ambito morale per le nuove leve.
Credo che debbano affrontare questo percorso con estrema umiltà, vedo sempre più ragazzini che hanno fatto 3 tatuaggi in due anni che si credono di essere chi sa chi e che tutto gli sia dovuto, l’ho vissuto anche sulla mia pelle, ed è un aspetto che reputo deleterio per la crescita personale. Credo che in questo ambiente bisogna mettersi sempre in discussione per cercare di dare sempre meglio ogni volta di più.
Chi si crede arrivato è finito prima ancora di iniziare. Testa bassa e lavoro duro, fatevi ispirare dagli artisti che vi piacciono di più, non siate arroganti perché badate bene se avete l’opportunità di fare un percorso di apprendistato in qualche studio ritenetevi estremamente fortunati, siate grati al titolare dello studio che vi ospita, non siate arroganti e soprattutto NON ANDATE DI FRETTA perché ci sono tanti tatuatori che questa opportunità non l’hanno avuta. Se fate le linee precise questo aspetto non fa di voi un tatuatore. Magari avete qualche lacuna su qualche altro aspetto quindi non credete che sapete tatuare se avete fatto qualche tatuaggio sporadicamente.
Chi sono le persone che ammiri di più all’interno della comunità del tatuaggio?
Come artisti mi piacciono moltissimo Waler Montero, Jhade Lapos, Saverio Saluzzi. Svolgono un lavoro incredibile non solo a livello tecnico, ma soprattutto progettuale.
Ammiro poi i colleghi, soprattutto quelli tecnicamente più forti, che non si pavoneggiano, che siano umili e che siano aperti al confronto anche con tatuatori “di livello più basso”, ammiro i colleghi che non si danno delle arie per nulla, che siano alla mano. Ammiro le persone che si sono fatte da sole perché sanno davvero cosa significa il senso di sacrificio. Ammiro i pionieri, quelli veri, che viaggiano su lunghezze d’onda diverse da quelle che si presentano nello scenario del mondo del tatuaggio attuale perché eticamente sono di un’altra dimensione.
Qual è il tuo più grande risultato come tatuatore?
Se parliamo di risultati materiali attualmente in quasi 8 anni di attività ho vinto 6 premi in convention tra cui Urban Land, Caserta e tante altre. Se parliamo di risultati professionali in linea di massima posso notare che a piccoli passi il mio percorso è in crescita, lo dimostrano i clienti quelli più fidelizzati, perché no l’agenda che ha sempre più lista d’attesa, ma soprattutto una piccola parentesi dell’estero mi è capitato più di una volta che le persone in un’area della Germania più o meno ampia mi abbiano detto “sei Lorenzo l’italiano? Sei famoso nella Black Forest”. Un grande risultato è anche quello che pian piano le persone mi chiedono sempre più pezzi nel mio stile e soprattutto mi sostengono tanto anche sui social aiutandomi tanto a crescere anche sotto questo punto di vista. Non smetterò mai di ringraziarli. La strada però è ancora lunga!
Fai altre forme di arte oltre al tatuaggio?
Mmhh poche. Oltre ai progetti per i tatuaggi, fortunatamente ho poco tempo per dedicarmi ad altro ma posso dirvi che, sembrerà strano, mi diverto molto a creare loghi per le aziende. Mi è stato chiesto prima da amici poi anche da qualche committente sconosciuto di creare il logo per il loro brand e devo dire la verità mi è piaciuto molto poterli realizzare.
Quali sono i tuoi obiettivi o sogni per il prossimo futuro?
Nulla in particolare, il mio obiettivo è quello di essere sempre più riconosciuto nello scenario del tatuaggio poi tutto ciò che ne viene correlato a questo aspetto è sempre ben accetto. Mi impegno giorno dopo giorno nel migliorarmi sempre di più e spero che tutto questo in un futuro prossimo possa portare qualche risultato concreto e appagante.
C’è qualcos’altro che vorresti dire ai nostri lettori?
È stato un grande onore e piacere parlare un po’ di me in questa intervista. Ringrazio World Tattoo Events e Michael Murolo per l’opportunità. Sono Lorenzo Guadagnuolo “eterno apprendista” di questo mondo. Se vi va seguite il mio percorso e supportatemi ve ne sarò grato sempre. Mi raccomando: testa bassa e lavorare sodo!
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