Firenze è da secoli culla di arte e bellezza, ma oggi l’eredità del Rinascimento prende forma sulla pelle. In una città dove ogni pietra racconta una storia, c’è chi scrive nuove narrazioni con aghi e inchiostro. Abbiamo incontrato Gaspari Tattoo, che ha saputo fondere la sensibilità artistica fiorentina con il linguaggio moderno del tatuaggio. In questa esclusiva intervista gentilmente fatta da Michael Murolo, Gasperi ci racconta il suo percorso da artista nel mondo del tatuaggio.
Ciao Gasperi, come e’ cominciato il tuo percorso nel mondo del tatuaggio?
Per quanto mi riguarda è iniziato tutto da molto piccolo. Molti dei componenti di band metal e punk che seguivo all’epoca avevano tatuaggi, ero affascinato dalla loro attitude e dal loro aspetto. Cominciai così ad informarmi di più, acquistando riviste del settore e libri, fino a quando mi feci fare il primo tatuaggio a 16 anni, un piccolo ramarro sul deltoide.
E quando hai deciso di diventare un tatuatore?
Quasi per gioco. Ho sempre avuto la passione per il tatuaggio e ho iniziato farmi tatuare molto presto come dicevo, ma non avevo mai preso in considerazione l’idea di farlo come mestiere. Visto da profano mi sembrava una pratica particolarmente difficile da eseguire e che necessitava di sicurezza, mano ferma e nervi saldi. Inoltre all’epoca non c’era l’accessibilità che c’è adesso con il web e le scuole dedicate. Poi cominciai a disegnare i tatuaggi che portavo al Tatuatore da farmi fare addosso ricevendo i suoi complimenti, e lì scatto l’idea di poter provare ad approcciarmi al mestiere.
Come percepisci l’evoluzione del tatuaggio in Italia?
Sono in questo settore attivamente da 13 anni ma lo seguo da piccolo e l’ho visto cambiare molto. Adesso sembra tutto molto più veloce, c’è più accessibilità, conoscenze e attrezzature rispetto al passato. Da una parte questo dà la possibilità a coloro che hanno le potenzialità di poterle coltivare. Il rovescio della medaglia è che questa accessibilità ha saturato il mercato di operatori che non hanno le medesime potenzialità.
Come definiresti il tuo stile?
Faccio per lo più realismo cercando di affinare via via le mie doti tecniche.
Che tipo di progetti ti piace fare più?
Prediligo soggetti femminili o tematiche dark. Mi piace lavorare su larga scala quando ne ho l’opportunità sfruttando più pelle possibile. L’ambizione massima in tal senso potrebbe essere una bodysuit realistica completa.
Qual è la fonte principale di ispirazione per i tuoi lavori?
Mi piacciono molto le tematiche dark come dicevo, teschi, corvi, demoni ecc.. ma anche dai film come Alien o Harry Potter, dalla musica riportando ritratti di cantanti famosi o addirittura dai libri, mi capitò di fare tutto un braccio a tema Lovecraft ad esempio.
Dove possono trovarti i tuoi clienti?
Di base sto’ a Firenze, ma ho diverse collaborazioni in Italia e in Europa che porto avanti.
Qual è l’aspetto più impegnativo di essere un tatuatore nel 2025?
Mantenere attivi i social. È a tratti estenuante e porta via molto tempo che vorrei poter impiegare diversamente. Parlo per me ovviamente, ma da quel che sento in giro molti altri direbbero lo stesso.
E invece quale è l’aspetto più gratificante?
Io amo la soddisfazione che mi dà finire un progetto grande, come una schiena o un braccio intero ad esempio. Iniziare e portare avanti un progetto di più sedute mi lascia sempre, seduta dopo seduta, quella sensazione di incompletezza che ricerco. Una volta finito però è sempre un gran momento e la soddisfazione è quasi tangibile.
Qual è la tua esperienza alle tattoo conventions finora?
Ho preso parte a davvero tante Tattoo Conventions in giro per il mondo ed è sempre una gran festa. È un modo per confrontarsi con altri artisti e crescere sia a livello professionale che umano. Alcuni dei miei migliori amici e amiche sono colleghi che ho incontrato in convention, magari come vicini di booth o durante un tattoo contest.
Qual è la tua motivazione principale per partecipare a una tattoo convention?
Diciamo che di base la convention è una vetrina dove poter esporre il proprio lavoro, creare una rete di contatti tra artisti e addetti ai lavori. Ti faccio un esempio banale: alla Convention di New York ho conosciuto Alita De Ferrari che poi mi invitò in studio a Miami come Guest. Poi esistono certamente altri motivi che possono non essere gli stessi per tutti.
Tra le tante conventions che hai fatto, ne hai una preferita?
È molto difficile rispondere a questa domanda, sono state tutte belle a loro modo. Mi sono rimaste nel cuore la London, New York, Amsterdam e Taiwan, tutte per motivi diversi. Sai, anche con chi vai o chi incontri a queste convention conta molto, un po’ come quando parti per un viaggio, una buona compagnia è fondamentale. A livello di organizzazione ho un buonissimo ricordo di Philadelphia, anche Londra era organizzata molto bene.
Che consiglio daresti a quelle persone che vorebbero intraprendere una carriera come tatuatori?
Darei solo due consigli: avere l’umiltà di imparare da chi ne sa di più di te, non importa l’età o se tatua da meno tempo, c’è sempre qualcosa da imparare. L’altro consiglio è rimboccarsi le maniche, darsi da fare. Oggi più che mai si deve mettere molto impegno in questo lavoro, c’è molta concorrenza e per progredire si deve sudare parecchio.
Chi sono le persone che ammiri di piu’ nel mondo del tatuaggio?
Ho avuto negli anni molti riferimenti a livello stilistico-professionale, alcuni passati e altri che tutt’oggi seguo e rispetto molto. Matteo Pasqualin sicuramente è stato ed è tutt’oggi un altista che ammiro molto. Anche David Vega che ho avuto modo di conoscere alla convention di New Delhi essendo nel booth di fianco al suo, o Ralf Nonnweiler che seguo da un paio di anni.
Quale e’ la tua piu’ grande soddisfazione nella tua carriera da artista?
Mi sono preso diverse soddisfazioni, ma non saprei sceglierne una in particolare. Forse quando vengo invitato a fare da giudice ai tattoo contests è sempre una bella soddisfazione.
Fai altre forme di arte oltre al tatuaggio?
Ho suonato per molti anni in gruppi rock/metal e ho anche fatto molta musica elettronica. Negli ultimi anni ho abbandonato un po’ essendomi focalizzato sul lavoro di Tatuatore. Continuo comunque a suonare per mio diletto a casa quando ne ho voglia.
Quali sono i tuoi obiettivi o sogni per il prossimo futuro?
L’unico obiettivo che mi sono sempre posto è quello di migliorare, il resto è marginale e viene di conseguenza.
C’è qualcos’altro che vorresti dire ai nostri lettori?
Supportate gli artisti!
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